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I processi alle streghe di Salem

Fra isteria di massa, fanatismo religioso e turbolenze politiche

Nel 1692, nel villaggio di Salem due ragazzine manifestarono sintomi che oggi le avrebbero portate dritte dalla neuropsichiatra infantile; quattrocento anni fa la risposta fu sicura e unanime: possessione demoniaca. Tuttavia, liquidare la faccenda come un mero episodio a carico di creduloni fanatici puritani sarebbe ingiusto, per tutti gli attori in gioco. I puritani erano una piccola comunità incorporata dentro altre comunità più grosse, organizzate e non necessariamente a loro favorevoli. Il sospetto e gli interessi personali che infettarono la comunità dell’Essex in quei pochi mesi deve, senza dubbio, essere letta in un’ottica di più ampio raggio.

(Contenuto extra: non perdete, dopo i titoli di coda, la raccolta di tutti gli “ehhhmm” di Anna Lisa tagliati da questa puntata  😀).


Fonti bibliografiche
Musiche usate per la puntata

La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

Immagine di copertina
Incisione del 1876 dal libro “Pioneers in the settlement of America: from Florida in 1510 to California in 1849” di William A. Crafts. Fonte: wikimedia commons.
Altre immagini
Ritratto del giudice William Stoughton nel 1700 circa; artista sconosciuto. Harvard Art Museums. Fonte: wikimedia commons.
Mappa di Salem Village relativa al 1692, ricreata nel 1866 (da fonti storiche) da Charles W. Upham per il libro “Salem Witchcraft, With an Account of Salem Village and a History of Opinions on Witchcraft and Kindred Spirits” (1867). Fonte: wikimedia commons.
Il reverendo Increase Mather nel 1688. Dipinto di Joan van der Spriet.

Pocahontas

La storia di Pocahontas, raccontata sia dal punto di vista dei bianchi sia da quello dei nativi.

In questa puntata ci trasferiamo nelle Colonie per parlare di Pocahontas. Figura nota nel nostro paese solo in maniera marginale, è, invece, piuttosto famosa nel mondo anglosassone, specie negli Stati Uniti.  Tutto quello che gli occidentali sanno, o pensano di sapere, su di lei, è frutto della penna dei bianchi (soprattutto coloni dell’epoca) e di rielaborazioni posteriori. Il salvataggio di John Smith è, con ogni probabilità, un mito; la sua morte prematura e improvvisa ha dato adito a speculazioni e non sappiamo nulla di come visse il proprio matrimonio con John Rolfe.  Anche i Nativi Americani hanno una loro versione, che con quella dei Bianchi, ha poco a che vedere. Comunque la si guardi quella di Pocahontas è una storia triste, per non dire tragica: abbandonata dal proprio popolo per una manciata di fucili, o strappata alla sua terra dai bianchi che la portarono in Inghilterra dove morì appena salpata per tornare nelle Colonie.

Ad oggi, a 401 anni dalla sua morte, i Bianchi ancora non le rendono giustizia tenendo vivo in qualche modo il mito della donna indiana che, per un verso o per l’altro scelse il nostro mondo invece del suo.

Nel 1995 la Disney le ha dedicato un film, storicamente inattendibile, ma con un buon messaggio di fondo. Anche il Maestro Terrence Malick, nel 2005, le ha dedicato un film, “The New World”. Anche questo è storicamente inaccurato in molti punti: nel finale, nella rappresentazione eccessivamente candida dei Nativi e nel mettere in scena una storia d’amore fra lei e John Smith. Di testi in lingua italiana non credo ne esistono e quelli in inglese sono, in linea di massima, abbastanza schierati.


Fonti bibliografiche:
  • Price David A. “Love and Hate in Jamestown”, 2003, Random House.
  • Linwood “Little Bear” Custalow e Angela L. “Silver Star” Daniel “True Story of Pocahontas, the other side of story “, 2007, Fulcrum Publishing.
Musiche di sottofondo e suoni usati per la puntata: