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Le guerre d’indipendenza scozzesi – seconda parte

La sconfitta dell’Inghilterra

Dopo la morte di Wallace (raccontata nella puntata precedente), la causa scozzese perse di forza ed Edoardo arrivò quasi a sottomettere la Scozia. Fu solo dopo la battaglia di Bannockburn che le cose cambiarono e Robert poté davvero fregiarsi del titolo di re.

Per anni si susseguirono scaramucce intervallate a periodi di pace, poiché Edoardo II era in altre faccende affaccendato; con suo figlio le ostilità ripresero in maniera molto meno organizzata fino a cessare del tutto.

Errata corrige: verso la fine della puntata un 1320 diventa un 1302, chiediamo venia.

Dopo i titoli di coda non perdete la nuova edizione di “papere di storia”! 😁

Fonti bibliografiche:
  • Sito storico della BBC sulle guerre d’indipendenza scozzesi.
  • “The Wars of the Bruces: Scotland, England and Ireland 1306-1328” di Colm Mcnamee, ed. Birlinn (2022).
  • Sito Medieval Bruce Heritage Trust.
  • “Wallace: A Biography” di Peter Reese, ed. Canongate Books, 1996.
Musiche usate per la puntata:

La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

Immagine di copertina:
la Dichiarazione di Arbroath
Copia d’archivio della Dichiarazione di Arbroath (1320) conservata presso i National Records of Scotland. I sigilli (solo 19 rimanenti su un totale stimato di circa 50 in origine) sono le “firme” dei baroni. Fonte: Wikimedia commons.
Altre immagini:
Statua di Robert the Bruce
La statua (di epoca recente) di Robert the Bruce al castello di Stirling. Fonte: Wikimedia commons.
La morte di John Comyn
L’assassinio di John Comyn per mano di Robert the Bruce e Roger de Kirkpatrick davanti all’altare della chiesa di Greyfriars a Dumfries, il 10 February 1306, come immaginato da Henri Félix Emmanuel Philippoteaux nel 1856/1857 in un’illustrazione per “Cassell’s Illustrated History of England, vol. 1”.

Le guerre d’indipendenza scozzesi – prima parte

La crisi di successione e il conflitto che ne seguì

Il rapporto fra Scozia e Inghilterra è sempre stato travagliato, ma forse non lo fu mai così tanto quanto nel periodo che intercorse fra il 1286 e il 1357, anno in cui terminò formalmente la guerra fra i due Paesi. In quel mezzo secolo abbondante la Scozia e il nord dell’Inghilterra furono messe alternativamente a ferro e fuoco mentre i due eserciti si scontravano fra battaglie e scaramucce: gli inglesi nel tentativo di impadronirsi della Scozia e gli scozzesi per scacciare gli avversari. Fra i protagonisti di questa puntata troviamo Robert Bruce, William Wallace e Andrew de Moray sul lato scozzese ed Edoardo I su quello inglese. Fra alleanze mutevoli, scontri all’ultimo sangue, omicidi, catture ed esecuzioni questo è, di certo, uno dei periodi più feroci della storia dell’Isola.

Locandina del film "The Outlaw King"Fra i numerosi film sull’argomento segnaliamo “The Outlaw King” del 2018, diretto da David McKenzie, con Chris Pine. Abbastanza accurato per la media, molto concentrato sulle battaglie, comunque bello da vedere.

Il gioco da tavolo "Swords & Bagpipes"Fra i giochi da tavolo, invece, l’opportunismo dei vari clan nello schierarsi alternativamente con una parte o con l’altra è rappresentato bene in “Swords and Bagpipes” del  2014, purtroppo mai tradotto in Italiano.

Fonti bibliografiche:
  • Sito storico della BBC sulle guerre d’indipendenza scozzesi.
  • “The Wars of the Bruces: Scotland, England and Ireland 1306-1328” di Colm Mcnamee, ed. Birlinn (2022).
  • Sito Medieval Bruce Heritage Trust.
  • “Wallace: A Biography” di Peter Reese, ed. Canongate Books, 1996.
Musiche usate per la puntata:

La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

Il suono del campanello con cui si apre la corrige sulla pronuncia è “Hand Bells, A, Single.wav” registrato dall’utente “InspectorJ” (www.jshaw.co.uk) di Freesound.org.

Immagine di copertina:
La battaglia del ponte di Stirling
Interpretazione di epoca vittoriana della battaglia del ponte di Stirling. Autore sconosciuto. Fonte: Wikimedia Commons.
Altre immagini:
Robert the Bruce alla battaglia di Bannockburn.
Robert the Bruce alla battaglia di Bannockburn. Edmund Leighton (1852–1922). Fonte: Wikimedia Commons.

Dopo Culloden: Le Clearances delle Highland

Le Clearances delle Highland, lunghe circa un secolo, portarono al totale cambiamento della società e dell’economia di Scozia.

Le Clearances delle Highland sono una delle pagine più dolorose della storia Scozzese: interi villaggi sono stati spazzati via, i cui nomi sono andati persi nelle nebbie del tempo, e intere famiglie sono state costrette a migrare, entro i confini patrii o oltreoceano.

Preparare la puntata è stato molto difficile, il materiale è vastissimo e renderlo organico è stato una vera sfida, una delle cose in assoluto più complesse è stata rendere comprensibile una terminologia non solo tecnica, ma anche straniera. Mettiamo di seguito alcune definizioni:

Run Rig: sistema di ripartizione della terra in strisce, che percorrevano spesso i glen; si coltivava partendo dalle parti più vicine alla casa per poi andare verso quelle più lontane che restavano periodicamente incolte. Il terreno era da considerarsi comune, non di un proprietario specifico. Infatti in Scozia, come in altri luoghi, i campi e i pascoli erano delle comunità tutte.

Enclosure: recinzione delle terre che cessavano di essere comuni e diventavano di un dato proprietario; va da sé che i piccoli contadini ci rimisero (perché alla meglio andarono sotto padrone, alle peggio si trovarono senza terra da coltivare) mentre i proprietari terrieri spesso ne accumulavano tanta da divenire dei latifondisti che affittavano la terra a dei tenutari, che a, loro volta, spesso assumevano dei contadini alle loro dipendenze. Per coltivarla si dovevano pagare degli affitti. Le terre soggette a enclosure vanno considerate come private.

Cotter: contadino privo di una proprietà da coltivare per conto del latifondista, spesso alle dipendenze di un piccolo tenutario; i cotter erano i più bassi nella scala gerarchica contadina.

Crofter: piccolo tenutario, raramente indipendent; di solito i crofter coltivavano per i grandi proprietari terrieri.

Speriamo che sia passata l’immagine di una terra totalmente cambiata per esigenze di natura sociale, economica e politica; duole dire che furono, di fatto, le masse a rimetterci in questi cambiamenti che videro i clan crollare per diventare, almeno in parte, di stampo decisamente più capitalista.

Riguardo alla lingua gaelica aggiungiamo che, nonostante il forte declino, le istituzioni si sono mosse affinché non vada persa. Ormai nessuno scozzese parla solo il gaelico, come accadeva fino agli anni ’70 nelle Isole, ma lo si insegna a scuola, benché non sia, a che mi risulti, materia obbligatoria. Le generazioni più vecchie restano un ottimo mezzo di trasmissione del gaelico più diffuso al nord e nelle Ebridi esterne che a sud, sebbene negli ultimi anni anche nelle Lowland si sta manifestando un cauto interesse.


Fonti bibliografiche:
  • “The Highland Clearences” di Eric Richards, Birlinn 2012.
  • “The Scottish Clearences: a History of  the Dispossessed, 1600-1900” di T. M. Devine, Allen Lane 2018.
  • “The Jacobite Rebellion 1745-46” di Fremont Gregory, Osprey 2011.
Musiche di sottofondo usate per la puntata:

Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons.

Immagine di copertina:

Panorama sul Loch Assynt, nella Scozia nord-occidentale. Foto di Davide Orlandi.

La rivolta giacobita del 1745 – seconda parte

Charles Stuart parte alla volta dell’Inghilterra, convinto di trovare supporto alla propria causa, ma verrà amaramente deluso e inizierà una ritirata che segnerà l’inizio della fine della Sommossa.

(La prima parte è stata raccontata nell’episodio 41).

In questa puntata vediamo la fine della Sommossa Giacobita. Dopo il forzato ritiro dall’Inghilterra per l’esercito di Charles Stuart iniziò una lenta agonia che culminò con la disfatta di Culloden nell’aprile del 1746.

Le sbagliate scelte militari di Charles Stuart, le perenne lotte interne ai clan al suo fianco, l’incertezza delle alleanze e l’incontestabile potenza militare e di fuoco dell’esercito britannico lasciarono ben poco scampo ai Giacobiti. La pietra tombale fu posta dalla disgraziata scelta di combattere presso la piana di Culloden, un enorme distesa in  campo aperto, perfetta per l’artiglieria e terribile per chi combatteva senza.

La disfatta di Culloden ebbe molteplici ripercussioni, una su tutte la fine del sistema dei Clan. Il Duca di Cumberland, incaricato di pacificare la regione, portò il ferro e il fuoco, letteralmente, dietro di sé, condannando a morte anche i civili che avevano avuto la sola disgrazia di nascere sotto il dominio di un certo capoclan.

Charles Stuart riparò in Francia e poi in Italia dove terminò la propria vita nel lusso, in penoso contrasto con coloro che avevano combattuto per lui  e che si videro portar  via tutto, terre, tartan e armi.

Il campo di battaglia di Culloden. Fonte della foto: wikimedia commons.
Il campo di battaglia di Culloden. Fonte della foto: wikimedia commons.

Fonti bibliografiche:
  • “Scottish Culture and Tradition” di Milne N.C. Paragon Publishing 2010.
  • “The Jacobite Rebellion 1745-46” di Fremont Gregory, Osprey 2011.
  • “Revolution: The Great Crisis of the  British Monarchy: 1685-1720” di Tim Harris, Penguin 2007.
Musiche di sottofondo usate per la puntata:
  • The Skye Boat Song“, una canzone tradizionale scozzese che racconta la fuga di Charles Stuart verso Skye, interpretata dai Trebushet, un gruppo folk russo. Sulla stessa musica tradizionale sono state successivamente innestate le parole di una poesia di Robert Louis Stevenson; quella versione è stata usata recentemente come sigla nella serie tv “Outlander”.
  • Susan” di Vvsmusic, per la parte dei ringraziamenti.

Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons.

Immagine di copertina:

The Battle of Culloden” di David Morier, 1746. Olio su tela.
Fonte: Wikimedia Commons.

La rivolta giacobita del 1745 – prima parte

Charles Stuart, erede dell’ex-casa regnante inglese, parte alla volta della Scozia per tentare di recuperare il trono appartenuto alla sua famiglia.

In questa puntata  e almeno anche per la prossima ci occuperemo della Rivolta Giacobita del 1745-46 che ebbe luogo in Scozia.

Capo della rivolta fu Charles Stuart, erede dell’ex casa regnante inglese che si mise alla testa dei clan che appoggiarono la sua causa per scacciare gli Hannover che si erano insediati sul trono britannico.

Più damerino  che soldato, mal avvezzo alla vita sui campi di battaglia e per nulla addestrato nell’arte militare, Charles decise comunque di intraprendere questa battaglia in nome del diritto divino che gli dava, a suo parere, il diritto di pretendere indietro la corona, trascinando con sé numerosi clan che decisero di appoggiare la sua causa.

I clan si mossero al suo fianco perché spinti da motivi religiosi o politici: la Scozia, relegata in un angolo dall’Atto di Unione del 1707, vedeva in lui una possibilità non solo di riscatto, ma anche di vivere in libertà la propria fede, per alcuni, e di riprendere il proprio potere, per altri. O entrambe le cose.

La rivolta giacobita, cominciata sotto i migliori auspici, fu presto inficiata da problemi di varia natura: la difficoltà di tenere insieme i clan, l’incapacità di Charles di far fronte ai vari problemi connessi a una rivolta, le vane promesse della Francia e, non ultimo, l’enorme esercito britannico che stava tornando in patria per difendere la corona dall’invasore scozzese.

L’isola in cui approda Charles Stuart non è Eriksay, ma  Eriskay, mi scuso dell’errore.


Il podcast “Storia d’Italia” che abbiamo segnalato all’inizio della puntata si può trovare su PodBean a questo indirizzo: https://storiaitalia.podbean.com/

Oppure potete visitare la pagina facebook: https://www.facebook.com/italiastoria

Esiste anche la versione dei testi sotto forma di blog, per chi preferisce leggere piuttosto che ascoltare: https://italiastoria.wordpress.com/


Fonti bibliografiche:
  • “Scottish Culture and Tradition” di Milne N.C. Paragon Publishing 2010
  • “The Jacobite Rebellion 1745-46” di Fremont Gregory, Osprey 2011
  • “Revolution: The Great Crisis of the  British Monarchy: 1685-1720” di Tim Harris, Penguin 2007
Musiche di sottofondo usate per la puntata:

Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons e quindi liberamente ascoltabili e scaricabili.

Immagine di copertina:

Prince Charles on the battlefield” di Marshall, H. E. (Henrietta Elizabeth), b. 1876. Tratto da “Scotland’s story: a history of Scotland for boys and girls by Marshall”, H. E. (Henrietta Eliza).

Fonte: Wikimedia Commons.