Tutti gli articoli di Anna Lisa Manotti

William Shakespeare

Nel 2016 ricorre il quattrocentenario della morte di William Shakespeare e, prima che l’anno termini, abbiamo deciso di dedicare una puntata a questo famosissimo poeta e drammaturgo inglese. Il nostro non è un podcast di letteratura, tema che viene toccato in maniera marginale, e la puntata racconta la vita del Bardo per poi puntare l’attenzione sui teatri del tempo e sulla loro storia.

Ci scusiamo per il fastidiossimo rumore che si sente di tanto in tanto, mentre registravo devo avere tenuto senza accorgermene le mani sul tavolo, purtroppo ce ne siamo accorti solo in fase di montaggio.

Errata Corrige: ringraziamo un ascoltatore che ci ha fatto notare un errore. Il 1616 è l’anno della messa all’indice dell’opera di Copernico e non quella di pubblicazione che avvenne nel 1543. Errore mio dovuto a una malinterpretazione di un articolo.

La citazione iniziale è letta da Davide Orlandi, co-autore del podcast.


Fonti bibliografiche:

  • Peter Ackroyd, “Shakespeare: The Biography” ed. Vintage 2006
  • Masolino d’Amico “Storia del teatro inglese” Newton and Compton 1996

Musiche di sottofondo utilizzate in questo episodio:

  • Emotions” di Akashic Records
  • Susan“, di Vvsmusic (per la parte dei ringraziamenti)

Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons.

Maria d’Inghilterra: gli anni della formazione

Iniziamo a volgere verso la fine del ciclo delle donne della dinastia Tudor con Maria I d’Inghilterra, unica figlia di Caterina d’Aragona ed Enrico VIII d’Inghilterra, tristemente famosa più per i protestanti che mandò al rogo che per il resto delle proprie azioni. In questa puntata ci soffermiamo sui primi vent’anni della sua vita, anni in cui dovette fronteggiare traversie e prove che indubbiamente contribuirono a formarne il carattere. Educata alla sottomissione e con una madre che sembrava aver abbracciato il sacrificio in nome dei propri principi Maria per salvarsi la vita dovette invece scendere a qualche compromesso con la sua oltremodo ferrea coscienza.


Fonti bibliografiche:

  • Weir Allison: “Britain’s Royal Families: The Complete Genealogy”, Pimlico ed. 1996
  • Erickson Carolly “Bloody Mary: The life of Mary Tudor”   Ed. Quill 1993

Musiche di sottofondo utilizzate in questo episodio:

Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons.

Jane Grey: Il Regno Breve

In questa puntata raccontiamo il brevissimo non-regno di Jane Grey. Messa sul trono con un abile mossa politica del suocero grazie a un controverso testamento del giovane Edoardo VII lo perse rapidamente dopo soli nove giorni quando il Consiglio decise di dare la corona alla principessa Maria, figlia primogenita di Enrico VIII.

Nella puntata abbiamo usato il termine “erede presuntivo”, ricordiamo che con questo termine ci si riferisce a colui che  è chiamato ad ereditare un titolo, ma che può essere ancora “sostituito” da qualche altro erede che presenti caratteristiche o rivendicazioni più calzanti.

Infine due parole sulla sorte della madre di Jane, Frances Brandon. Dopo la morte della figlia e del marito riuscì a rimanere nelle grazie di Maria, tenne un basso profilo e si risposò con un uomo di rango modesto morendo qualche anno dopo Jane.


Fonti bibliografiche:

  • De Lisle Leanda “The sister who would be the queen: Mary, Katherine and Lady Jane Grey. A Tudor tragedy” Ed. Ballantine 2011
  • Erickson Carolly “Bloody Mary: The life of Mary Tudor”   Ed. Quill 1993

Musiche di sottofondo utilizzate in questo episodio:

Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons.

La Grande Guerra nell’Alta Val di Sole

Questa puntata vuol provare a raccontare un pezzo, piccolo, ma importante, della Grande Guerra ed in particolare della cosiddetta Guerra Bianca. Abbiamo scelto il fronte trentino non solo perché la Val di Sole è una sorta di seconda casa,  ma soprattutto perché questo pezzo di mondo si trovò in una posizione assai scomoda alla fine del conflitto.  I caduti provenienti da questa ed altre valli divennero ipocriticamente scomodi: essi avevano combattuto per Francesco Giuseppe, ma, pur avendo combattuto contro il Regno d’Italia si trovarono sepolti su quel territorio ed ecco che, quindi, vennero relegati in secondo piano dietro i caduti che avevano combattuti ed erano morti “da italiani”.

La poesia che apre la puntata si intitola “Alpino caduto” ed è stata scelta per via del testo, ma, lo precisiamo con forza, agli occhi degli autori non v’è differenza fra Alpini e Kaiserjäger.  Su quelle montagne morirono in molti e le parole della poesia ci sembra che rendano l’idea del dolore e della fatica che patirono i soldati. Che sulla bandiera ci fosse l’aquila asburgica o il tricolore poco importa, così come non importa se vestissero di grigio-blu o di verde scuro,  avevano comunque scarponi, giberne, armi e un destino uguale.

Una parte della puntata è dedicata al paese di Vermiglio, unico caso di paese nella Val di Sole che venne completamente sfollato per essere spostato, forzatamente, ai baraccamenti di Mitterndorf. Di coloro che partirono molti non tornarono e, di nuovo, si tratta di una pagina dolorosa della storia di cui si parla troppo poco.

Due parole infine sul ritiro dei ghiacciai: la loro riduzione  nel corso dell’ultimo secolo ha infatti riportato alla luce reperti e corpi di coloro che caddero nelle nevi. Anche a quote più basse la quantità di oggetti recuperabili era tale che non è mai stato raro trovare persone che giravano con i metal detector specie attorno a luoghi come la cosiddetta “Città morta”. Nei musei, sede naturale di questi reperti, si possono vedere numerosi esemplari di tutto quello che faceva parte della vita quotidiana dei soldati.

 


Fonti bibliografiche:

  • Giuseppe Magrin: “La battaglia più alta della storia”, G. Rossato Editore
  • Luigi Panizza: “Vermiglio ieri e oggi”, edito a cura del Comune di Vermiglio
  • Gian Maria Tabarelli: “I forti austriaci nel Trentino Alto Adige”, Temi Editrice
  • Alberto Folgheraiter: “Un popolo, due patrie”, edizioni Curcu & Genovese

Musiche di sottofondo utilizzate in questo episodio:

La poesia “Alpino caduto”  è della poetessa solandra Ada Redolfi cui va il nostro sincero grazie.  L’estratto iniziale è stato letto da Mara Dell’Eva che ringraziamo di cuore.

Ecco il testo integrale:

ALPINO CADUTO

Nuvole rosse al calar della sera
tuona il cannone sulla frontiera,
si va all’assalto là sui confini
avanti all’attacco arditi alpini,
scarponi, giberne e penna nera
pronti a immolarsi per la bandiera.
Taccion le voci nella bufera…
si va al massacro… bandiera nera.
Cos’hai pensato… cos’hai sentito
giovane alpino… esangue… ferito,
chiami e sospiri con un filo di voce,
sei come Cristo che muore in croce.
A chi hai pensato mentre cadevi,
con i compagni là  tra le nevi…
…forse a tua madre… al suo dolore…
ti ha spento i sogni quel colpo al cuore.
Sei li caduto, sei uno dei tanti
sei un alpino “andato avanti”,
un ultima lacrima ti bagna il viso
a spegner per sempre il tuo sorriso,
giovane figlio pallido… inerme,
per te una tomba di nevi eterne,
scioglieranno i ghiacci, saran verdi le cime
avrai per compagne le stelle alpine.
O Dio dei cieli perché la guerra
se pace vuole tutta la terra?
Perché tanto astio e rancore antico
se oltre la tomba non c’è odio nemico?
Alpino caduto… ovunque tu sia…
…ti giunga il suono dell’Ave Maria.

Ada Redolfi

Questa puntata necessita di più ringraziamenti del solito, vogliamo infatti ringraziare anche il Signor Alberto Delpero per averci permesso di usare il canto “Noi siam partiti dai nostri paesi” eseguito dai Cantori da Verméi e la signora Paola Panizza per la propria disponibilità e gentilezza.

Registrazione dal vivo a Comasine (Foto: Alessandro Cabrini)
Registrazione dal vivo a Comasine (Foto: Alessandro Cabrini)

Altre fonti per approfondire l’argomento:

Alcune foto del museo di Punta Linke:

L'entrata del museo di Punta Linke (Foto: Davide Orlandi)
L’entrata del museo di Punta Linke (Foto: Davide Orlandi)

 

Il tunnel scavato nella roccia all'entrata del museo di Punta Linke (Foto: Davide Orlandi)
Il tunnel scavato nella roccia all’entrata del museo di Punta Linke (Foto: Davide Orlandi)

 

L'interno del museo di Punta Linke (Foto: Davide Orlandi)
L’interno del museo di Punta Linke (Foto: Davide Orlandi)

La “Città Morta” in Val di Strino:

La "Città Morta" in val di Strino (Foto: Davide Orlandi)
La “Città Morta” in val di Strino (Foto: Davide Orlandi)

Catherine Parr, l’ultima moglie

Con questa puntata chiudiamo il ciclo dedicato alle mogli di Enrico VIII, Catherine Parr fu, a mio parere, una donna quasi sempre saggia ed assennata, che seppe rimanere al fianco di un uomo vecchio, malato, paranoico e umorale e che riuscì infine a prendere la propria libertà personale.

Prossimamente vedremo altre donne della dinastia dei Tudor, Jane Grey, Maria d’Inghilterra, Elisabetta e Maria Stuart.

Anche questa volta in sottofondo si sentono ogni tanto i versetti di un bimbo, è sempre mio figlio che ancora una volta s’è insinuato dentro al podcast 🙂


Fonti bibliografiche:

  • Norton Elizabeth “Catherine Parr”  ed. Amberley 2011
  • Fraser Antonia “The six wives of Henry VIII” ed. Vintage, London

Musiche di sottofondo utilizzate in questo episodio:

Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons.