Illustrazione del 1947 che ritrae il martirio di Maria Goretti.

La canonizzazione di Maria Goretti

La canonizzazione di Maria Goretti

Il racconto della sua elevazione agli onori dell’altare

Intanto partiamo con un’errata corrige. Ci sono tre volte in cui chiamo la madre di Maria, “Maria”, solo dopo uso il suo nome esatto “Assunta”. Non so da dove sia venuta questa svista e me ne scuso.

La puntata verte in gran parte su come e perché Maria venne fatta santa e si può dire, quasi, che se il momento storico fosse stato diverso ora non apparirebbe sui nostri calendari al sei di luglio.  In queste righe ci preme soffermarci sul clima politico e sociale che precedette la sua canonizzazione.

I costumi erano cambiati e molto; gli americani, sbarcati in Sicilia, avevano portato un’onda di vitalità in netto contrasto con l’austerità in cui stavamo vivendo. Vi furono molti matrimoni, ma anche molte promesse infrante; le donne cominciarono a fumare liberamente, a uscire, a tirarsi la gonna al ginocchio o poco sopra, ad amoreggiare con soldati ed ufficiali. Tutto comprensibile, se si pensa da quanti anni l’Europa era in guerra e se si considera che l’euforia è un arma potentissima per smuovere gli animi delle persone.  Questo mutamento, che non si arrestò, spaventò molto i cattolici, laici e non, che vedevano crollare il mondo dove avevano sempre vissuto.

Questa non è sede per discutere di patriarcato o controllo sociale delle donne, ma possiamo dire che si temeva la nostra crescente libertà, perché andava a minare un sistema sociale antichissimo e comune a tutto il mondo occidentale (non dimentichiamo che in America vi furono donne uccise perché si rifiutarono di tornare dentro le mura di casa). E Maria faceva al caso giusto. Il modello perfetto per giovani giudicate troppo intraprendenti. Il messaggio era chiaro: pagate con la vita, ma non cedete alla tentazione di sottomettervi. Il messaggio dato durante la cerimonia di santificazione era chiarissimo, in contrasto con dottori della chiesa quali Sant’Agostino. Lui stesso, secoli addietro, si era pronunciato a favore delle donne vittime di stupro, asserendo che non vi fosse in loro nessuna colpa o impudicizia se sceglievano di salvarsi la vita.

Noi speriamo d’aver reso il ritratto di Maria per quel che era, una bambina illetterata, costretta alla povertà e vittima di un destino non scelto. Lo stesso si può dire del suo assassino: Alessandro era vittima del medesimo sistema e compì un atto ingiustificabile per uscirne. L’immagine che abbiamo scelto è volutamente provocatoria: una ragazzina-donna (per altro bionda, sappiamo che Maria era mora) con le mani giunte, sotto il coltello di un uomo alto e possente. Maria era gracile, non certo così tonda, e Alessandro era tutt’altro che imponente.  Furono la miseria e il sistema fondiario a portare Maria, Alessandro e migliaia di altre anonime vittime alla morte o a fini altrettanto terribili.

La prima puntata di questa serie di due si trova qui.


Fonti bibliografiche:
  • “Maria Goretti. Una santa nel quotidiano” Dino de Carolis, ed. Paoline, 2000
  • “Povera santa, povero assassino” Giordano Bruno Guerri, Mondadori, 2001
Musiche di sottofondo usate per la puntata:

Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons e si possono ascoltare o scaricare liberamente da Jamendo.

Immagine di copertina:
Illustrazione del 1947 che ritrae il martirio di Maria Goretti.
Illustrazione del 1947 che ritrae il martirio di Maria Goretti.